Perugia
5 Febbraio 2016 - 6 Febbraio 2016
La malattia di Parkinson è una patologia neurologica degenerativa caratterizzata principalmente, ma non unicamente, da alterazioni motorie: bradicinesia, rigidità e tremore. I sintomi non motori comprendono, invece, alterazione dell’umore, dolore, insonnia, stipsi, ipotensione ortostatica, che, soprattutto nelle fasi avanzate di malattia, possono alterare notevolmente la qualità di vita dei pazienti. Le terapie dopaminergiche sono usate per il trattamento dei segni clinici della malattia e la levodopa, a oltre 40 anni dalla sua introduzione, costituisce ancora oggi il gold standard del trattamento. Tuttavia, nella maggioranza dei pazienti, la terapia cronica con levodopa induce complicanze motorie (fluttuazioni motorie e discinesie) a volte estremamente disabilitanti e di difficile gestione clinica. All’insorgenza di questi effetti concorrono una serie di cause, tra cui la progressiva degenerazione delle vie nigrostriatali e le caratteristiche pulsatili della stimolazione dopaminergica. Uno strumento per superare queste problematiche è la stimolazione dopaminergica continua, di cui l’infusione intestinale continua di una sospensione gel di levodopa-carbidopa rappresenta una delle strategie. Numerose evidenze cliniche supportano l’efficacia di questa terapia sui sintomi motori (riduzione del tempo in OFF e aumento del tempo in ON senza discinesie, riduzione di intensità e durata delle discinesie) e non motori della malattia (funzionalità cardiovascolare, sonno, fatigue, attenzione/memoria, funzionalità gastrointestinale e urinaria), oltre a un favorevole profilo di tollerabilità, con un conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Questo evento formativo ha l’obiettivo di fornire un aggiornamento sullo stato dell’arte relativo alla malattia di Parkinson in stadio avanzato e alle relative opzioni terapeutiche.
In particolare, la corretta identificazione dei pazienti candidabili al trattamento con l’infusione intestinale continua di levodopa-carbidopa, la corretta gestione della terapia nelle varie fasi, dalla fase test per la titolazione della dose, all’impianto della PEG/J, alla gestione quotidiana della terapia, possono contribuire a offrire ai pazienti affetti da malattia di Parkinson in fase avanzata una strategia terapeutica efficace e sicura. In tutto il processo, a garantire una gestione ottimale della terapia e il benessere del paziente, è fondamentale la presenza di un team multidisciplinare, a cui partecipano in modo attivo neurologo, anestesista, gastroenterologo e infermiere.
L’incontro prevede, inoltre, la presentazione di casi clinici emblematici, che offrirà la possibilità di discutere e analizzare gli aspetti più critici nella gestione dei pazienti con malattia di Parkinson avanzato.
La malattia di Parkinson è una patologia neurologica degenerativa caratterizzata principalmente, ma non unicamente, da alterazioni motorie: bradicinesia, rigidità e tremore. I sintomi non motori comprendono, invece, alterazione dell’umore, dolore, insonnia, stipsi, ipotensione ortostatica, che, soprattutto nelle fasi avanzate di malattia, possono alterare notevolmente la qualità di vita dei pazienti. Le terapie dopaminergiche sono usate…